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A.D. (Roma) 1983, n°26

Colla di coniglio oppure uovo, ingredienti di una ricetta antica che ha lo scopo di reggere i colori in polvere. Proprio come nel Seicento, niente colori in tubetto per Roberto Cardone, mago facitore di paesaggi, vedute, trompe l'oeil e aberrazioni prospettiche su modello delle tempere secentesche.

Il regista Francesco Rosi non ha resistito, il soffitto del suo balcone è tutto un roseto.

Roberto Cardone ricalca le orme dei decoratori romani che un tempo lavoravano nei palazzi patrizi.

Un cliente gli ha fatto dipingere tutto il soffitto della sua villa sull'Appia Antica, le colonne a finto marmo, le porte in trompe l'oeil.

L'ambasciatore del Brasile in Grecia gli ha commissionato un paravento e la bella sala da ricevimento dell'ambasciata belga a Roma è stata affrescata da lui, hanno voluto che riproducesse sul muro gli elementi architettonici di Villa Pamphili, dove era l'antica sede dell'ambasciata.

E' anche un portento di efficienza, Roberto Cardone, perché per affrescare 50 metri lineari per 3,60 ha impiegato, da solo, due mesi di lavoro. E' esperto di restauro naturalmente: per sei anni ha lavorato a Palazzo Colonna, e ha fatto rivivere la galleria di Palazzo Orsini. "Ero molto appassionato di disegno", ricorda. "Così da ragazzo, nel dopoguerra, andai a lavorare da un vecchio decoratore. Dopo dieci anni mi sono messo per conto mio".

Giochi prospettici, colonnati che sfociano in giardini con fontane e boschi in lontananza, pergolati in trompe l'oeil che spalancano i soffitti, finti marmi, paesaggi sono le specialità di Roberto Cardone.

"La grande fioritura della decorazione è stata nel seicento. Il barocco romano è favoloso ed è quello lo stile a cui mi ispiro".

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